mercoledì 28 luglio 2021

The Game (1997) - Recensione

Difficile dire quando un film sia sottovalutato, certamente stiamo parlando di una pellicola che raramente viene citata nelle conversazioni quando si parla dei migliori film Hollywoodiani e questo è un peccato, perché che possa piacere o meno, è sicuramente un film realmente ben fatto.
La recitazione di tutti i protagonisti è eccezionale, la trama intricata ed imprevedibile come si conviene ad un buon thriller drammatico, il finale inaspettato e carico di significato. 
Il tutto diretto da un regista, David Fincher, che aveva appena realizzato con successo "Seven" e si apprestava a dirigere un altro cult degli anni 90, "Fight Club".


Partiamo da uno degli aspetti come detto inconfutabili : l'ottima recitazione... Michael Duglas come protagonista e più che all'altezza del ruolo, coadiuvato de una eccellente performance di Sean Penn, per arrivare alla meno conosciuta Deborah Kara Unger, che ebbe la parte nonostante un po' di scetticismo per il provino video che aveva inviato, ma che sorprese tutti con le sue doti una volta provinata di persona.

All'appello manca Jodie Foster, che infatti non è presente con nessuna parte nel film, la cosa è rilevante e curiosa, perché a lei era stato promesso un ruolo ma una volta visto il non manifestarsi della cosa, ha citato la casa di produzione, per una cifra veramente notevole, oltre i 50 milioni di dollari. La causa si è poi conclusa con un accordo privato tra le parti. 

La trama vede un magnate della finanza, Nicholas Van Orton, aver perso negli anni gli affetti, vuoi per eventi tragici per i quali non poteva far niente e dei quali si duole, vuoi per aver fatto scappare dalla propria vita legami ai quali in fondo teneva, vuoi per aver allontanato volontariamente persone alle quali non trovata più uno scopo per continuare a tenerle vicino a se.

Ed è proprio lo scopo quello che inizia a mancare anche a lui stesso, nemmeno i soldi, da sempre una direzione inattaccabile per gli esseri umani e certamente ancor più per lui, non possono più essere, da soli, il suo unico obiettivo di vita.

Inizia un distacco sentimentale dalla realtà, che lo stava portando all'autodistruzione, fino a.. fino all'intervento del fratello, Sean Penn, con una busta, contenente l'invito per poter partecipare ad un fantomatico gioco.. 

Il film parla di profondi temi personali della vita di tutti i giorni, dubbi interiori, fantasmi dal passato, atteggiamenti sconsiderati nei confronti del prossimo, ma lo fa attraverso un thriller/drama che lascia lo spettatore incollato allo schermo perché ogni volta che qualcosa sembra ovvio, decade, come un puzzle che si compone ed ogni volta poi si scompone.

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