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giovedì 27 novembre 2025

A cosa serve un gruppo elettrogeno?

Prima di spiegare quale sia la connessione tra una cosa cosi pratica ed apparentemente lontana, lontanissima, dal mondo della cinematografia, è bene chiarire per chi non ne avesse la certezza, che cosa di fatto sia un gruppo elettrogeno.

Si tratta di un generatore di energia portatile, di dimensioni molto variabili, che grazie ad un motore a combustione, detto anche motore termico, con sostanze liquide come carburante (benzina o gasolio), riesce a produrre energia elettrica, che poi può a sua volta alimentare un qualsivoglia dispositivo.

Questo elemento, nonostante venga dato per scontato, è estremamente rilevante per il mondo del cinema, e non solo. Molte delle scene di una pellicola, sono girate "in esterna", ossia in un qualche luogo che non ha accesso ad una fonte di energia classica, come potrebbe essere una presa elettrica.

Ecco che grazie a questo elemento, si possono alimentare gli apparecchi necessari per la registrazione, come telecamere, luci e quant'altro.
La cosa non è assolutamente limitata ad un prodotto "in differita" come una pellicola cinematografica, perchè con un oggetto del genere si possono realizzare anche delle "dirette", per la televisione, come potrebbe essere un servizio del telegiornale da parte di un inviato sul posto, oppure l'intera puntata di un programma all'aperto. 
 
Naturalmente molti elementi per la ripresa possono avere, e solitamente hanno, delle batterie, tuttavia un oggetto come un gruppo elettrogeno è un elemento che viene solitamente dato per scontato, o talvolta nemmeno si è a conoscenza della sua esistenza, nonostante sia di cosi notevole importanza per una produzione di un prodotto audio/video all'aperto.

lunedì 24 novembre 2025

Sleeper - Doppia identità (2018) #Recensione

 "Sleeper" (da non confondere con "Sleepers", il capolavoro del 1996 con Robert De Niro, Brad Pitt, Dustin Hoffman, Kevin Becon e molti altri) è un film piuttosto recente, che tratta le vicende di una coppia apparentemente anonima, ma che nasconde invece qualcosa, a se stessi ed al mondo.

La trama è molto semplice, una classica coppia americana, residente in un classico sobborgo americano, cerca di avere un figlio per consolidare la propria famiglia senza per il momento riuscirvi.
Il tutto però nasconde una sorpresa, che è difficile da definire spoiler, visto che in rinomato stile italiano al titolo originale è stata aggiunta una parte per la versione distribuita nel nostro paese, ossia "Doppia identità", che rivela leggermente, ma soltanto leggermente, la totalità della trama.
 
Per il resto il film è senza infamia e senza lode, difficile avere qualcosa di particolarmente critico da dire, visto che la trama era senza particolari ambizioni ed il definirla "semplice" non credo offenda nessuno, nemmeno gli autori, allo stesso modo il livello del cast e la scelta dei dialoghi non sembravano particolarmente ricercati, quindi era abbastanza prevedibile che non avrebbero stupito.

Altrettanto vale per le lodi, difficile trovare qualcosa di pienamente promosso o sorprendente in questo film, un po' tutti hanno fatto la loro parte nella realizzazione di questa pellicola che comunque rimane nel suo insieme piuttosto mediocre.
 
Volendo trovare un elemento da elogiare leggermente sopra gli altri ed uno da criticare, si potrebbe dire come la fotogenia della protagonista femminile abbia sicuramente aiutato nel catturare l'attenzione in molte scene, di contro la "trasformazione" della stessa da donna umile e apprensiva in un Rambo eccitato e pronto all'azione con armi in mano, è sembrata proprio una scelta diretta al pubblico americano.
 
In sostanza un film che ha un buon passo, anche costante, che nel suo scorrere bene non ha scene o elementi troppo inverosimili nè irritanti, e che nel suo non brillare in niente, potrebbe comunque essere un buon intrattenimento per un dopo cena sul divano senza troppe ambizioni.

venerdì 21 novembre 2025

Che cosa significa "studio cinematografico"?

 In italiano la dicitura esatta per uno studio cinematografico sarebbe "teatro di posa", ossia uno stabilimento adibito od addirittura costruito appositamente per girarvici al suo interno delle riprese di pellicole cinematografiche. 
Stesso varrebbe per un luogo scelto o realizzato per delle riprese televisive, che da Teatro di posa verrebbe comunemente e specificamente chiamato studio televisivo.

Le grandi case di produzione utilizzano e di fatto quasi sempre possiedono, questi edifici, in molti casi capannoni con alcuni spazi esterni anch'essi adibiti a set cinematografici. 
L'esempio di queste piccole città dedicate alle riprese cinematografiche, è quello presente a Los Angeles, dove viene girata la maggior parte delle pellicole americane, dette anche Hollywoodiane, proprio dal nome del quartiere della suddetta città.
Le grandi compagnie cinematografiche americane dette le Big Five, possiedono la maggior parte di queste strutture, che possono essere visitate tramite tour guidati. La cosa è talmente diffusa, che trovarsi a Los Angeles da turisti e visitare gli studios è considerato una delle maggiori attrazioni. 

Per quanto riguarda l'Italia, il luogo adibito a tali attività, o almeno il più grade della nazione, si trova a Roma, e già dal nome è molto intuitivo di come si parli in questi casi proprio di piccole città, si chiama infatti come presumibilmente già tutti sanno : "Cinecittà".
Esiste e resiste da 90 anni, ed altrettante sono le candidature agli Oscar che le produzioni realizzate al suo interno hanno permesso di ottenere al cinema italiano.
Nelle sue migliaia di metri quadri di superficie e di capannoni, hanno lavorato praticamente tutti i più grandi registi italiani durante tutti questi anni, ed anche alcuni dei migliori tra gli stranieri, come per esempio Martin Scorzese. 
 
Questi erano quelli più direttamente consciuti e rilevanti per noi italiani, ma ovviamente di strutture simili ne esistono moltissime, praticamente ogni grande agglomerato di case di produzione ne possiede una, od usufruisce di una (Cinecittà è tornata ad essere statale negli ultimi anni). 
Da notare è certamente come la digitalizzazione, nella fattispecie C.G.I. e Greenscreen su tutte, abbiano in parte spostato la realizzazione di scene complesse o parti di esse, sul computer, non avendo più bisogno in alcuni casi di ambienti cosi grandi dove dover costruire una scenografia
completa per riprendere poi la scena finale.

martedì 18 novembre 2025

"Non cosi vicino" #SpiegazioneTitolo

 Più che una vera e propria spiegazione, questo post sarà un riassunto su come si sia arrivati ad adattare il titolo nella versiona italiana, in tale modo, senza tuttavia riuscire a trovargli veramente un perchè.

Si parte da un romanzo, prima opera in cui si trovano narrate tali vicende, di nome "En man som heter Ove", che in italiano avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente "Un uomo chiamato Ove", ossia la sua traduzione letterale, ma viene invece trasformato in un assurdamente criptico e complesso "L'uomo che metteva in ordine il mondo", boh. 

Arrivò dunque il momento della prima versione cinematografica, svedese come il libro, che in lingua originale mantiene il titolo di "Un uomo chiamato Ove", ma che in italiano viene distribuita con un, stavolta estremamente ridimensionato "Mr. Ove", boh.

Giunse quindi il momento di tradurre/adattare la versione americana, remake della pellicola originale, dal nome "A man called Otto" (Un uomo chiamato Otto), ed il risultato è stato "Non cosi vicino", boh.

sabato 15 novembre 2025

"Laughing and joking" (2013) Jimmy Carr #Recensioni

 "Laughing and joking" è uno spettacolo di più di 10 anni fa ormai, del comico inglese Jimmy Carr.
 
La durata è forse un po' oltre la media, 90 minuti, ma la densità di battute è decisamente altissima.
La ragione sta proprio nel suo stile, che anche in questo spettacolo non si smentisce, ossia di regalare tutta una serie di battute da una frase o poco più, non connesse tra loro, naturalmente una dopo l'altra, ad una velocità decisamente sostenuta.
 
Gli argomenti trattati sono i più svariati, e ce ne è sostanzialmente per tutti, dai più comuni come per esempio la religione, fino a cose un po' più di nicchia ma ben conosciute, come il veganismo.

Particolarmente ben riuscita è l'interazione con il pubblico, niente di nuovo per i suoi spettacoli, ma nel caso specifico si assiste anche ad una delle migliori battute della serata proveniente proprio non dal palco.

Vi sono leggere eccezioni, un paio di piccole storie con tanto di creazione di suspence nel pubblico, ma non risultano particolarmente degne di nota, anche rispetto proprio a tutto il resto del materiale stesso.

Nota forse dolente, non tanto il quantitativo di tempo dedicato all'argomento sesso, anche in maniera molto esplicita, ma la modalità in cui viene trattato, ossia un continuo uscire e rientrare sull'argomento, cosa che stona un po' e stanca anche, come se si volesse sempre privilegiarlo come soggetto di maggior controversia e comicità. (A dire il vero è proprio cosi che egli lo descrive, come il miglior argomento per varie ragioni come la diffusione e l'interesse intorno ad esso).

In sostanza un buono spettacolo per chi volesse appassionarsi al personaggio, che regala diversi momenti molto divertenti e che nell'insieme difficilemente può far pentire di averlo visto. Tuttavia, quanto detto vale comunque per la sua figura di comico in generale, non tanto per l'opera in se, infatti non c'è ragione alcuna per consigliare a qualcuno questo spettacolo specificamente, rispetto ad altre sue performance.

mercoledì 12 novembre 2025

Lucca Film Festival

 Tra i moltissimi film festival in Italia e nel mondo ve ne è uno anche nella città di Lucca, quello di quest'anno è da poco terminato, dato che si svolge a cadenza annuale nell'ultima parte del mese di settembre, ed ha la durata di 8 giorni.


L'argomento è stato già in parte trattato in questo blog perchè all'interno della manifestazione viene organizzata una serata chiamata "Lucca Effetto Cinema", alla quale è già stato dedicato un post, quindi il suggerimento è di andarlo a leggere per avere una visione più completa.

Quello che accade in città durante la suddetta settimana è un po' tutti gli aspetti classici di tali festival, ossia convegni tematici, incontri, mostre, ma ovviamente gli elementi principali sono le proiezioni, di cortometraggi e lungometraggi.

Alcune di esse sono particolarmente rilevanti, per esempio quest'anno vi è stata quella in anteprima mondiale del nuovo film a cui ha preso parte l'attore americano Kevin Spacey. La pellicola in se però purtroppo non è stata particolarmente apprezzata.

L'esempio è scelto anche per spiegare che solitamente alcune delle grandi star internazionali e non, presenti in questi film, decidono di presenziare fisicamente alla manifestazione, spesso prestandosi anche per delle "masterclass".

Quest'anno infatti, Kevin Spacey ha interagito con degli intervistatori, ed il pubblico, per poco più di un'ora all'interno della chiesa di San Francesco, in pieno centro città.

Non è come detto comunque un caso isolato, l'anno precedente infatti era stato Ethan Hawke a presentarsi in città per la manifestazione, e l'anno prima ancora era stata la volta di Julianne Moore.

In sostanza una iniziativa lodevole, che riesce a portare in città qualche nuova uscita cinematografica, e certamente qualche nome altisonante sia a livello italiano che internazionale.

venerdì 7 novembre 2025

"Il pianeta verde" (1996) #Recensione

Si tratta di un film francese del 1996, anche se per molti aspetti, alcuni anche difficili da spiegare, sembra piu essere un film di magari 15 anni prima.

La trama è quella di un gruppo di persone, abitanti di un'altro pianeta, che durante una delle loro riunioni annuali, si trovano a dover scegliere una di loro da inviare in visita perlustrativa sulla terra.
Si autopropone una certa Mila, madre di due figli ormai grandi, la quale desidera fortemente sapere di più riguardo alle proprie origini, dato che un suo antenato veniva proprio dal pianeta terra.
Viene cosi teletrasportata nella Parigi dell'epoca, dove durante la propria ricerca incontrerà varie difficoltà, ma anche persone che si riveleranno piene di umanità.
 
Il film parte bene, sia per originalità che come mera critica alla società consumistica e materialista moderna, ma si perde quasi subito, continuando a ribadire gli stessi concetti con una ridondanza quasi sconcertante.
 
Il mondo da cui proviene la protagonista è un mondo che è già passato da tutte le fasi che stanno vivendo gli abitanti della terra, le persone sanno quindi curarsi e soddisfarsi in maniera più autonoma, con empatia e senza bisogno di troppi oggetti superflui come fanno gli umani. 
Questo è un esempio dei concetti che vengono ripetuti fin troppe all'interno del film, nonostante questo nello specifico fosse ben chiaro dalla prima scena.

Il film appare anche piuttosto sconclusionato nel suo insieme, in molti aspetti cardine come "la sconnessione", che non viene mai spiegata a pieno e che appare più fantascienza pura che un elemento che faccia riflettere. 
 
Poco si puo dire sulla recitazione, ma vale la pena segnalare la presenza della futura premio Oscar, Marion Cotillard, che di li a poco raggiungerà un ottimo successo, se non altro di pubblico, grazie alla saga dei film "Taxxi", di Luc Besson.  

In sostanza un film che poteva avere del potenziale, ma che finisce per prendersi troppo sul serio, e che fallisce nell'esprimere una vera morale, chiara e comprensibile, quindi difficile da consigliare a chiunque.