"Le battute non si spiegano"
"Non c'è niente di peggio di spiegare una battuta"
"Se una battuta va spiegata vuol dire che era pessima"
Nel caso non si fosse capito, dalla data quantomeno per i postumi, il post precedente era.. un pesce d'Aprile.
"Le battute non si spiegano"
"Non c'è niente di peggio di spiegare una battuta"
"Se una battuta va spiegata vuol dire che era pessima"
Nel caso non si fosse capito, dalla data quantomeno per i postumi, il post precedente era.. un pesce d'Aprile.
Alessandro Haber, nonostante il cognome non lo faccia sospettare, è un italianissimo attore di cinema, teatro, televisione, nonchè regista.
Nato a Bologna ed ancora attivo nonostante i quasi 80 anni, ha nel proprio curriculum la partecipazione a decine di pellicole, aspetto questo che è quello di maggior interesse per questo blog.
Ha preso parte infatti, con ruoli minori, a molte delle saghe di pellicole popolari italiane di maggior successo, come quella di Fantozzi, o quella di Amici Miei, ed a diverse opere di Leonardo Pieraccioni.
È però a teatro che invece ha espresso probabilmente in maniera maggiore il suo lato più serio, recitando per esempio Pasolini.
La sua vita privata non è mai stata in prima pagina, una moglie ed una figlia, senza scandali o simili per i quali poter essere conosciuto più che per i propri lavori.
Specificamente sono chiamati in quel modo quelli che possono compiere un qualche tipo di movimento "action", come per esempio muovere gli arti, altrimenti, se si tratta giocattoli tutti di un pezzo, e spesso fissati ad una basa, si parla semplicemente di "figure".
Sono degli articoli da non sottovalutare perchè spesso rappresentano uno degli elementi più remunerativi nel ramo del merchandising per una produzione cinematografica.
Ed in tale campo hanno avuto molto successo specialmente quelli legati alla saga di Star Wars, mentre a livello assoluto forse i più noti e diffusi sono quelli che rappresentano i personaggi del Wrestling americano.
Da notare anche come, se pur nati come giocattoli per i più piccoli, si siano trasformati negli anni in oggetti da collezione per i più grandi, che a causa del fatto di essere talvolta diventati facoltosi o semplicemente fortemente nostalgici, hanno creato involontariamente un mercato fiorente e fatto salire notevolmente il valore di alcuni di essi. 
Dune Part I è un adattamento in due capitoli di un romanzo di Frank Herbert che già in passato aveva ispirato vari registi del calibro di David Lynch, ed era finito per diventarne un film.
"Tu mi turbi" è un film che si avvia ad avere presto mezzo secolo di vita, è diviso in episodi, quattro per la precisione, ed ha Roberto Benigni come protagonista in ognuno di essi.
Le trame sono molteplici, diverse per ognuno degli episodi, ma hanno alcuni temi in comune, come appunto il protagonista, nei panni di personaggi diversi tra loro, ed il tema della religione per esempio, presente sia in forma esplicita che in altri casi implicita.
Nonostante non dimostri particolarmente i propri anni la pellicola, e non risulti "invecchiata male" per nessuna ragione specifica, non appare come un qualcosa che a distanza di tutto questo tempo possa rimanere o meritare l'onoreficenza di film di culto.
Molto bene la colonna sonora, firmata nella quasi totalità da Paolo Conte, con un piccolo contributo di Benigni in versione cantante. Essa appare calzante ed interessante, senza mai invadere troppo le scene, ma segnandole e tirandone su il livello generale.
Bene anche la recitazione dei vari attori presi specificamente per il film, a differenza di quella dei soliti volti noti che contornano le opere di Benigni e lo faranno anche per gli anni successivi. Male appunto il Monni e la Braschi, come accadrà spesso anche in futuro.
Benissimo la scena della banca, ossia il terzo episodio, che risulta proprio intrigante ed avvincente, nel suo piccolo, con finalmente dei giochi di parole interessanti e divertenti, rispetto al resto del film.
Malissimo invece il quarto episodio, atroce da guardare, che non aggiunge niente, anzi appesantisce tutta l'opera ancor di più.
Curioso vedere Benigni con una banana in mano in diverse scene, forse un presagio di quello che sarebbe stato una decina di anni dopo Johnny Stecchino.
In sostanza un film per tutti, senza violenze e con poco nudo, che però sembra più adatto a degli appassionati di nicchia o a qualcuno che voglia completare la visione di tutto quello in cui sia stato presente Roberto Benigni.