lunedì 12 febbraio 2024

Tutta colpa di Sara (2002) #Recensione




E' una commedia romantica di inizio anni 2000, titolo originale "Serving Sara", con protagonista Matthew Perry.
La pellicola fu molto criticata al tempo, sia dalla critica che dal pubblico, riscquotendo pessime recensioni e bassissimi incassi al botthegino.
Col tempo la cosa non è migliorata, ancora oggi le opinioni sui vari siti di critica cinematografica per appassionati continuano ad essere fortemente negative, e non è riuscito nemmeno nella sempre più frequente imprensa di diventare un film di culto grazie al "so bad so good".

La trama è quella di un ufficiale giudiziario privato, ex avvocato di successo, che di lavoro consegna avvisi per l'avviamento di un processo che riguarda coloro che vengono notificati.
Nello svolgimento di questa pratica conosce una ragazza, alla quale consegna la notifica di un processo di divorzio che la riguarda, da li però gli eventi prenderanno una direzione completamente opposta, con i due che cercheranno di unire le loro forze ed i propri rispettivi interessi, per ottenere il meglio dalla
situazione in cui si erano ritrovati.

Il risultato è effettivamente poco accattivante ed interessante, l'umorismo è piuttosto basso e fa largo uso di clichè già noti e spesso stucchevoli.
La recitazione da parte di praticamente tutto il cast è forzatissima, tanto da poter praticamente essere definito un B-movie.
Si salva Perry, ancora una volta per la mera parte recitativa, nonostante il suo personaggio non sia particolamente gradevole, ed ad egli sia come stile che come tratti fisici, non si addica per niente alla parte.

Fallisce dunque sia come commedia che come romanticismo, e condisce il tutto con la solita immancabile dose di temi classici del cinema americano, ossia : soldi, armi ed inseguimenti inverosimili.
Un film che forse non è cosi irritante come ritengono molti, ma che certamente ha del grottesco nel voler apparire in un modo e finire per mancare l'obbiettivo di parecchio.
Non viene quindi da sconsigliarlo per ragioni particolari, ma allo stesso tempo è difficile immaginare chi possa apprezzarlo realmente e pienamente.

giovedì 8 febbraio 2024

Il processo ai "CHICAGO 7" (2020) #Recensione




Il film riprende una vicenda vera, ossia quella in cui degli attivisti americani di gruppi ben distinti tra loro, ma tutti votati al manifestare contro la guerra in Vietnam. 
Essi vengono accusati di aver cospirato tra loro perchè avvenissero scontri con le forze dell'ordine, risultando nel caso quindi i resposabili della conseguente risposta per difesa, della guarda nazionale americana.

Si svolge nel 1968, anno in cui avvennero i fatti, ed in particolare si focalizza sul processo, sia penale che politico, che tali avvenimenti fecero scaturire.
La connotazione geografica nel titolo è per il fatto che se pur gli attivisti provenissero da altre località, gli scontri ed il processo avvennero nella città di Chicago, nello stato dell'Illinois.

Il fatto che sia una pellicola incentrata su di un processo non è materia nuova per Aaron Sorkin, dato che nel 1992 mise molto del suo nel capolavoro che è stato, ed è ancora, il film "Codice d'onore".
Tuttavia questa volta non sembra essere stato altrettanto ispirato, nonostante la storia di basse fosse già scritta e si prestasse decisamente ad un adattamento cinematografico, cosa che però accade in maniera assolutamente eccessiva, soprattutto nei dialoghi, esageratamente estremizzati, tanto da far rendere conto allo spettatore in ogni singolo istante di proiezione, che si tratti di un film.
Un tale livello e densità di risposte ad effetto, battute pronte, e simili, che rendono irreale ogni conversazione tra i protagonisti.
Una tale sagra della frase che mira a colpire lo spettatore, che passa in secondo piano anche il domandarsi se e quanto sia stato romanzato realmente, ma che crea distacco tra il pubblico, ed il volersi, e potersi, immedesimare in vicende che invece sono realmente accadute.

Il resto è tale battaglia tra i buoni, tutti da una parte e tutti senza macchia, ed i cattivi tutti dall'altra, che appare quasi cartoonesca, con annesse accuse di razzismo, che a dire il vero andrebbero mosse anche a chi ha scelto il titolo, per poca inclusività, dato che gli imputati erano per buona parte del processo, 8, con incluso il capo del gruppo delle Pantere Nere, che fu poi prosciolto per essere processato separatamente.

In sostanza un film molto stucchevole, su fatti che invece hanno avuto un notevole impatto nella mente e nelle coscienze della popolazione americana dell'epoca, ed un processo che ha fatto parteggiare animatamente l'opinione pubblica, ma che a livello cinematografico non coinvolge nonostante i tremendi fatti raccontati e l'ottimo montaggio, e che manca quasi completamente di colpi di scena. Per non parlare dell'umorismo forzatissimo in innumerevoli scene che non risulta altro che irritante
invece che distensivo.


lunedì 5 febbraio 2024

Aladdin (1992) #Recensione


Aladdin è un film di animazione del 1992, prodotto dalla Disney, che riscosse un successo enorme sia in partria, gli Stati Uniti d'America, che all'estero.

La storia è quella di una principessa, e di un ragazzo di paese, che si incontrano per caso in un momento di difficolta, sia fisica, erano infatti maltrattati e poco rispettati dalle persone che li circondavano, sia mentale, si sentivano infatti entrambi poco liberi, di fare ma soprattutto di essere se stessi.
Al loro fianco, nella battaglia contro il malvagio di turno, si schiera un personaggio dalle particolari capacità magiche, quello che poi nella cultura generale verrà di li in poi conosciuto come il famosissimo genio della lampada.
Ad egli si potevano chiedere tre desideri, e sia questo che la volonta della principessa di voler sposare chi desiderava lei, oltre alla ricerca da parte del malvagio di ottenere il potere del re, dopo averne ottenuto già il controllo, creeranno tutta una serie di eventi molto animati e molti ribaltamenti di pensieri e decisioni.

Il film vede al doppiaggio del personaggio di Aladdin, l'attore Robin Williams, il quale ricevette molti complimenti sia dal pubblico che dalla critica per la sua performance.
Ma la cosa ebbe una rilevanza particolare soprattutto perchè fu la prima volta che una star di alto livello Hollywoodiana prestava la sua voce al personaggio di un cartone animato, fino a quel momento erano ruoli sempre appannaggio di figure quilificate specificamente per la cosa.
Il tutto si è ingigantito talmente tanto negli anni, che, per citarne uno, nella recente saga di Cattivissimo me, vi erano come doppiatori :
Steve Carell, Russell Brand e Jason Segel.

Il marchio della Disney, almeno in passato, è stato una garanzia di successo per questo tipo di opere, di fatto questa come detto non è stata da meno, tuttavia per quanto si possa definire un film senza tempo, è difficile anche vederlo come sufficentemente sofisticato ed intrigante per un pubblico eterogeneo.
Sembra più invece quello che era quando è stato pensato, una pellicola per i più piccoli, che può attrarre anche qualche grande.

giovedì 1 febbraio 2024

Codice d'onore (1992) - Spiegazione titolo


Il titolo merita un post di spiegazione perchè non è cosi intuitivo, specialmente nella sua versione originale. 

Tutta la trama ruota intorno ad un fatto avvenuto in un dislocamento di Marines nella baia di Guantanamo, e per tutto il film si cerca di dimostrare che la cosa sia stata effettivamente un "Codice rosso", allora perchè non chiamarlo semplicemente cosi nell'adattamento italiano del titolo?.

Perchè un tema ancor più portante nella pellicola, è l'onore, sul quale si basa anche la frase finale (che non verrà riportata qui per non fare spoiler a chi non lo avesse visto), e che viene ben espresso nella scena in cui i due Marines a processo, elencano il codice sul quale si basa la loro esperienza nell'esercito e di conseguenza la loro stessa vita, ossia : "Reparto, Corpo, Dio, Patria". 
Tutti questi aspetti sono probabilmente stati la ragione per la quale è stata scartata la scelta di un semplice "Codice rosso".
 
In lingua originale invece la questione è ancor meno ovvia, e senza spiegazioni ufficiali sarebbe probabilmente quasi impossibile dedurre il senso del titolo : "A few good men".
Il quale appare lungo, poco accattivante, complesso per i parlanti non nativi, etc etc, a prima vista decretabile come una pessima scelta. 
La traduzione letterale sarebbe : "Alcuni uomini buoni", in cui il "buoni" è adattabile ancor meglio con qualcosa come "validi" o "in gamba", e riguarda una campagna di reclutamento, realizzata dal governo americano, durata parecchi anni e terminata durante gli anni '80, il quale slogan era : "We are looking for a few good men", "Stiamo cercando alcuni uomini validi". 
Anche una volta spiegato rimane una scelta molto poco internazionale, ma sicuramente toglie il dubbio sul perchè sia stato scelto un titolo cosi particolare.
In fondo i Marines sono un qualcosa di puramente americano, questo forse spiega il perchè di una scelta cosi orientata verso il mercato interno.

giovedì 25 gennaio 2024

Tutto può cambiare (2013) #Recensione

 "Tutto può cambiare" è una commedia romantica anglo-americana del 2013, che a fronte di un budget piuttosto esiguo per gli standard del settore, raggiunse un eccellente risultato al botteghino e raccolse un buon consenso da parte del pubblico.

La trama è incentrata sulla musica, un produttore decaduto con problemi familiari e di alcol, incontra abbastanza casualmente una giovane artista, appena lasciata dal proprio fidanzato e pronta a lasciare lei stessa la città per tornare a quello che era prima.
Iniziano dunque tutta una serie di tentativi per far conoscere il suo talento al mondo, senza perdere di vista se stessa, alternati da altrettanti tentativi di riconciliazione tra i vari protagonisti del film, con se stessi o col mondo.
 
Il risultato è una commedia-romantico-drammatica-musicale, che tenta di esprimere tutti e quattro gli elementi appena citati.
Certamente il passo, i tratti e la durata dell'opera sono quelli di una commedia. E' presente molto romanticismo, nel modo in cui i personaggi si approcciano ai rapporti umani e come cercano di creare o rivivere ricordi, da un punto di vista molto sentimentale ed empatico.
Ha diverse sfumature drammatiche, riguardanti il come non si conosca mai realmente il passato delle persone, e di come la vita in ogni suo settore non sia mai facile, sia che uno sia un adolescente o che debba ricoprire la figura di padre.
Per ultima, ma non in forma minore, è presente la musica, trattata in maniera molto superficiale a momenti, ma allo stesso tempo meglio di molte altre pellicole.

Non tutti promossi nelle rispettive performance recitative però, delude infatti molto Keira Knightley, sicuramente adatta sulla carta al ruolo, ma poi all'atto pratico poco calzante con la personalità acqua e sapone della protagonista, e come detto, poco pertinente anche la recitazione vera e propria.
Lo stesso vale per Mark Ruffalo, coprotagonista, che ci ha abituato bene in pellicole come Shutter Island, ma che qui appare proprio poco calzante con il ruolo, sempre a livello pratico, mentre anche lui sulla carta si prospettava una ottime scelta.
Molto molto bene invece James Corden, spesso criticato per la persona o per partito preso, ma che in questo film rende eccellentemente l'idea del personaggio che interpreta, certamente uno minore, ma che non fa dubitare nemmeno per un attimo che lui non sia quello che dice di essere.

In sostanza un film che probabilmente non aveva enormi preteste, e che risulta un buon intrattenimento senza alti ne bassi, forse più adatto ad un pubblico di sognatori adolescenti che a degli adulti disincantati.

lunedì 22 gennaio 2024

"Sono il re del mondo!!" Titanic (1997)

 Titanic è un film del 1997 diretto da James Cameron. Il risultato in termini di incassi e di critica fu eccezionale, ma oltre a tutti i vari riconoscimenti classici, è stato "premiato" anche dall'AFI con l'inserimento di una delle sue battute tra le 100 frasi più famose dei film di tutti i tempi.

Più precisamente stiamo parlando della frase "Sono il re del mondo!! (in originale : "I'm the king of the world") urlata a braccia aperte sul punto più estremo della prua della nave, da un giovanissimo Leonardo Di Caprio, nel film Jack Dowson, durante il viaggio verso gli Stati Uniti. 

 
Questo riconoscimento da parte dell'American Film Institute, è ancor più sorprendente se si pensa che la frase non era nel copione, e dopo vari tentativi di girare la scena come era stata pensata, lo stesso regista, insoddisfatto dal risultato generale, disse a Di Caprio di urlare quella frase aprendo contemporaneamente le braccia. Da quella improvvisazione, nacque la frase che forse oggi è associata maggiormente ad uno dei film più noti nell'immaginario collettivo, di tutta la cinematografia occidentale.

venerdì 19 gennaio 2024

"Fools rush in" (1997) #SpiegazioneTitolo


Questo post varrà come doppia spiegazione, dato che la versione originale del titolo, piuttosto intrigante e criptica, ma allo stesso tempo semplice e di facile comprensione per i parlanti nativi e non, è stata tradotta/adattata con una incomprensibile e banalizzata versione per il pubblico italiano.

"Fools rush in" (letteralmente : "lo scemo si precipita") è nel mondo anglosassone una espressione idiomatica, che sta a significare l'atteggiamento ritenuto tipico delle persone stolte o magari credulone, ossia quello di essere precipitosi e buttarsi nelle cose non sapendone magari abbastanza a riguardo.
Questo risulta appunto come un titolo sufficentemente ermetico, ma che alla fine farà concordare tutti su quanto combaci bene con il tema e la trama dell'opera.
 
Di contro, nella versione in italiano si consuma un mezzo dramma tutto nostrano, che come quasi sempre coinvolge il dare il massimo possibile di informazioni, anche veri e propri spoiler, su che cosa tratti il film e quali siano gli avvenimenti principali.
Il risultato è un infantile "Mela e Tequila - Una pazza storia d'amore con sorpresa", che "tradotto" per chi non avesse visto il film, si riferisce al fatto che uno dei due protagonisti sia di New York (La grande mela), mentra l'altra sia messicana (Tequila), e come se non bastassero questi riferimenti banali e stereotipati, si passa alla classica spiegazione della trama con la quasi immancabile aggiunta della parola amore.
 
Nello specifico si fa presente al pubblico che si parli di una storia tra due partner, che venga coinvolto naturalmente l'amore, che sia molto impulsiva (pazza), e che bisogni aspettarsi una grande sorpresa che li riguarda.
Il risultato è un titolo estremamente esplicito, rivelatore, eccessivamente lungo, e tutto il resto dei difetti già descritti.
Il tutto decisamente ricollegabile al fatto di voler attrarre tutti gli appassionati di commedie senza rischiare di perdersene uno, dandogli inoltre proprio tutti gli aspetti principali prima di entrare in sala.