mercoledì 26 gennaio 2022

Quando Simon Pegg basta - Run fatboy run (2007) GBR #Recensione

 "Run fatboy run" è una commedia britannica del 2007, con protagonista il sovracitato Simon Pegg, che in questo caso, da solo, come si suol dire, vale il prezzo del biglietto.

Per intenderci, non un biglietto troppo caro, si tratta pur sempre di una commedia comico-sentimentale senza troppe pretese, che comunque è riuscita a triplicare al botteghino il proprio non troppo esiguo budget di 10 milioni di dollari.
La storia è quella, vista e rivista, di un infantile ed inconcludente giovane padre, che perde l'amore della propria vita proprio per questa sua sindrome di Peter Pan. Il resto del film è semplicemente una continua ricerca di riconquistarlo.
Tuttavia, se pur alcune scene siano prevedibili, banali o fin truppo surreali, la trama tiene sufficentemente attaccati allo schermo da voler vedere come vada a finire, e ve ne sono moltissimi di elementi, piuttosto originali, divertenti e sicuramente coerenti con la trama, i personaggi e gli intenti della commedia, che la rendono piacevole.

 
Il film è infatti molto ben amalgamato, sia negli aspetti appena citati che in quelli registici, come i colori, le inquadrature, le ambientazioni, non vi sono scenari o situazioni che facciano scattare la derisione per internderci, come può accadere per esempio in alcuni film dove un effetto speciale è davvero tragicomico e non si capisce come possa essere stato lasciato in post produzione.
Al timone della cinepresa, come forse non molti sanno, un già navigato David Schwimmer, che già ai tempi della sua partecipazione decennale come "Ross" in Friends, aveva dato prova di avere passione e capacità nel campo della regia, tanto da dirigere diversi episodi della serie stessa durante le ultime stagioni. 
 
Torniamo a Simon Pegg, luce di questa commedia. La sua presenza, le sue espressioni, la sua recitazione, sono azzeccatissime per tutto il film. Niente da candidare agli Oscar, ma comunque una performance generale adattissima a quell'atmosfera che si voleva creare.
 
 
Altrettanto elogiabile il resto del cast, con una menzione particolare al cattivo di turno, Hank Azaria, conosciuto nel mondo aglosassone più per la sua attività da doppiatore, in particolare per far parte da anni del cast di doppiaggio originale dei Simpsons, che nei panni dell'egoista pomposo uomo d'affari in carriera, ottiene bene il risultato di rimanere abbastanza sgradevole da far tifare per il protagonista.

Per finire, la comicità, la vera vincente di questa pellicola, lo humour british in tutta la sua interezza e semplicità, niente di urlato o erotico, niente di drammatico o fuori luogo, ma d'altronde, come fedele compagno di avventure di vita del protagonista, era stato arruolato niente di meno che Dylan Moran, eccezionale comico Irlandese di professione.




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