mercoledì 5 gennaio 2022

Il bar di Chernobyl (2016) - #Recensione

 "Il bar di Chernobyl" (titolo originale "Chernobyl's cafè) è un documentario francese realizzato nel 2016, nell'anno dell'anniversario dei 30 anni dal disastro che colpì quella zona dell'Ucraina, ossia l'esplosione nel reattore numero 4 della centra nucleare che li si trova (e che è incredibilmente ancora in funzione), ma che afflisse consequentemente indirettamente il mondo intero.

Forse non il più imparziale del documentari, va detto. Non che sia un requisito essenziale, ma si nota comunque dal tono fin dall'inizio e nel caso ve ne fossero ancora dei dubbi, viene confermato dalla frase finale. 


Si tratta di una vera e propria gita turistica nelle terre del disastro, fino ad arrivare quasi a toccare il nuovo sarcofago in costruzione che andrà a soppiantare quello vecchio costruito nei giorni successivi al disastro. 
Tutto questo, per quanto gran parte del mondo non ne fosse certamente al corrente, è fatto in maniera del tutto legale, in totale tranquillità, come ogni altra gita di piacere, perché il turismo, organizzato, non solo è possibile in quelle zone, ma è anche in forte crescita.

Il documentario si concentra in particolare sul bar all'interno delle piccola cittadina di Chernobyl, come elemento dal quale si irradia la vita nella città. Punto di riferimento per il piccolo paese, ossia per i lavoratori della centrale e per i militari che controllano gli accessi, ma anche appunto per turisti di ogni tipo, ed opportunità lavorativa per la gente del posto, che dopo alcune iniziali titubanze si dichiara molto soddisfatta di far parte da anni dello staff del bar. 


Non vi sono scoperte in questi 50 minuti, nessuno scoop da renderlo unico, ne ci sono inquadrature o elementi che non siano già stati mostrati infinite volte in questi 30 anni, tuttavia sorprende molto come tutto si svolga in un completo stato di accettazione e tranquillità. La vita c'è in quelle zone, è tornata, e sembra crescere, perché come spiega bene il documentario, le nuove generazioni hanno perduto la visione di tali luoghi e dei fatti accadutivi, come elementi terrificanti, lasciando spazio ad immagini e sensazioni, ricevute soprattutto dai videogiochi, letteralmente, dove quei luoghi e quegli scenari hanno spopolato recentemente, di un qualcosa di intrigante. Facendo si che ci sia una forte spinta a questa tipologia di turismo, spesso definita come "turismo macabro" o "turismo nero", senza una razionale connessione alla realtà del fatti, dei rischi e delle sofferenze che in quei luoghi le persone hanno dovuto subire.

In conclusione, non si può che consigliarlo, non è certo un qualcosa di memorabile cinematograficamente, ma è comunque informativo, ed aggiornato, come un buon articolo di giornale ad immagini. 

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