"Acqua e sapone" è un pellicola di inizio anni 80, momento molto prolifico per il suo regista/sceneggiatore, Carlo Verdone, che per tutta la decade riuscì a far uscire un film all'anno.
Questo film, appunto, risente forse dell'essere stato partorito come quantità più che come qualità.
Il risultato è una commedia che vorrebbe apparire non troppo superficiale e con temi anche di una certa profondità, ma che fallisce un po' sotto tutti i punti di vista, dalla recitazione dei suoi protagonisti, alle risate che stenta enormemente a far scaturire.
Il tutto suona non particolarmente intrigante, ma i temi sarebbero anche di una certa rilevanza, come ad esempio il fatto che il suo rapporto con lei sia sempre al limite tra il professionale e la complicità, tra l'esserne uno spasimante ed il farle da genitore.
Il risultato come detto tuttavia appare del tutto insoddisfacente. La recitazione di Verdone è sicuramente interessante e come sempre da caratterista, ed è quella che negli anni successivi verrà affinata e lo consacrerà definitivamente, ma risulta comunque forzata, ed eccessivamente studiata.
Si salva Elena Fabrizi, che viene anche insignita di un David di Donatello, principalmente perché nelle scene che vengono buttate in caciara, è quella che appare più naturale e credibile di tutti in quella parte.
Menzione a parte per Fabrizio Bracconeri, anch'egli all'esordio cinematografico, che però nella parte del disinvolto e sveglio amico del protagonista non convince del tutto, di fatto di li a poco verrà scelto per un ruolo diametralmente opposto, che invece ricoprirà egregiamente, quello di Bruno Sacchi, ne "I ragazzi della 3C", dove forse anche per la sua fisicità al tempo, viene messo in un ruolo più da sempliciotto e pacioccone, che da invadente e spaccone.
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