Nell'ormai abbastanza lontano 2004, usciva nelle sale " The batterfly effect", film con un sorprendente Ashton Kutcher ed una altrettanto ottima performance da parte di Amy Smart. Il risultato fu un ottimo successo di pubblico, ma non fu altrettanto acclamato dalla critica.
(Tecnicamente il film è ad oggi parte di una sorta di trilogia, essendo la saga continuata con altri due titoli usciti come The batterfly effect 2 e The batterfly effect 3 - Revelations.)
Questa non vuole essere una recensione ne una spiegazione degli avvenimenti del film, che si collegano al concetto di effetto farfalla, ma bensì semplicemente una breve spiegazione su che cosa sia di fatto questo effetto e perché possa aver intrigato la cinematografia e lo spettatore.
L'effetto farfalla non è altro che un'espressione per definire come, una piccola variazione, si amplifichi nello spazio e nel tempo. Come esempio viene usato appunto il battito di ali di una farfalla e come possa esso simbolicamente, scatenare un uragano dall'altra parte del mondo.
Si potrebbe definire l'opposto del concetto matematico della proprietà commutativa, familiare a tutti e con il quale siamo cresciuti, dove cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
In questo caso invece cambia, si amplifica, con fattori variabili e persino esponenziali e lo fa in maniera permanente. Aspetto che viene trattato appunto nel film, dove l'estenuante tentativo del protagonista di correggere tali cambiamenti originati da una piccola variazione iniziale, finiscono sempre per dover essere invece corretti dalla base, l'inizio, dovendo per forza tornare all'origine dai fatti.
L'effetto farfalla fu per la prima volta trattato appunto in meteorologia, dove ci si accorse che semplici arrotondamenti nei dati, causavano significative variazioni nella previsione finale a lungo termine.
La trasposizione nell'arte di tale concetto è avvenuta in molti campi, come nella letteratura, grazie al prolifico autore Ray Bradbury, nel suo "Rumore di tuono", opera che ha poi ispirato appunto il primo dei film The butterfly effect, ma anche in senso più lato, come semplice destino, in una pellicola di pochi anni precedenti, Sliding doors, dove il solo scegliere di non prendere la metropolitana, direziona la protagonista in una serie di eventi simili ma con risultati diametralmente opposti.
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