mercoledì 2 giugno 2021

Chi fa da se..


Quanto conta la sceneggiatura in un film?

Innanzitutto definiamola.. dicesi sceneggiatura : l'adattamento di un soggetto, originale o non, a copione cinematografico. E' quindi l'insieme di trama e dialoghi, suddivisi in scene. 

Per rispondere alla domanda, si potrebbe dire che non abbia forse in tutti i generi lo stesso peso.. in un film di azione, per esempio, al di la di certe battute ad effetto e magari un po' spaccone, non è l'elemento più ricercato dal pubblico, maggiore importanza viene data infatti agli stunts, agli effetti speciali, alla spettacolarizzazione visiva.

Allo stesso modo in un film fantastico, maggiore rilevanza la hanno aspetti come, la scenografia, la fotografia o i costumi. Diversamente ancora, in un film horror sono predominanti aspetti come la suspense, o la sorpresa.

E' quando il genere è quello che viene comunemente definito come "drammatico", che forse trama e dialoghi assumono una rilevanza predominante.  

Due ottimi esempi sono le pellicole "A Bronx tale" scritta ed interpretata da Chazz Palminteri e "Good Will Hunting" scritta ed interpretata da Matt Dammon.

Nel caso di Palminteri, egli non riusciva a sfondare come attore, decise allora di scriversi di mano propria un film per intero, basato su spaccati della propria vita e lo mise  in scena inizialmente come spettacolo teatrale. Questo catturò l'attenzione di qualche produttore, ma sapendo bene che nessuno avrebbe accettato di lasciargli recitare la parte del protagonista, un boss Italo-Americano di nome Sonny, la pose come condizione imprescindibile. Fu De Niro, al suo debutto dietro la cinepresa, ad accettare di finanziare e dirigere l'opera. Volle anche che Palminteri, oltre a non essere escluso dal recitare nel film, collaborasse in tutti i settori della realizzazione, persino al montaggio audio. 

Nel caso di Matt Dammon, arrivò addirittura insieme al coautore Ben Affleck, un Oscar per la miglior sceneggiatura, alla notte degli Oscar del 1998. 

Curioso in questo caso l'aneddoto raccontato da Kevin Smith, regista, che sul set di un'altra pellicola stava dirigendo lo stesso Ben Affleck e non era contento dei continui interventi di quest'ultimo per cercare di implementare alcune battute, decise perciò di interrompere la cosa sul nascere dicendogli : "Se pensi di essere tanto bravo a scrivere, perché non scrivi tu un film?!", e come racconta sempre lo stesso Smith, sorridendo, nell'intervista, "Quel maledetto lo fece davvero.. e vinse un Oscar". Naturalmente il tutto senza alcun astio tra i due. 

Un terzo esempio simile, storico e forse il più noto, è quello di Silvester Stallone, che scrisse (in soli 3 giorni) ed interpretò, il film Rocky, il quale ricevette ben 3 Oscar.

Per quanto non lo si possa talvolta far credere a chi è appassionato di film d'azione o fantastici o horror, alcuni amanti di cinema vedono nella sceneggiatura e nei suoi dialoghi in particolare, l'elemento più accattivante, quello che gli fa cambiare il giudizio sul film e che non cambierebbero con nessun scontro a fuoco, nessun inseguimento, nessun make up e nessun sobbalzo dallo spavento. 

In conclusione si potrebbe dire che, come nel suo solito modo ironico e sarcastico è stato detto anche da Ricky Gervais ai Golden Globes, talvolta si tende a dare estremo risalto agli attori, essendo loro le facce in primo piano, mettendo in secondo piano gli autori.. gli attori appena citati però, hanno potuto toccare con mano e dimostrato, che la fortuna di queste loro pellicole se la sono creata proprio con il valore dei propri copioni.

Nessun commento:

Posta un commento

"Tropa de Elite" (2007) #Recensione