martedì 1 novembre 2022

La ragazza con la pistola (1968) #Recensione

"La ragazza con la pistola" è una commedia di fine anni sessanta, con Monica Vitti al centro delle scene e della trama, ricordata principalmente per essere stata il suo primo vero film da protagonista.

La storia è quella di una sicilia fondata sui valori dell'onore e della tradizione, dove una coppia che abbia avuto una notte d'amore, debba necessariamente procedere verso il matrimonio. Il lui della coppia però, tale Vincenzo Maccaluso (il nome verrà ripetuto incessantemente per tutto il film), interpretato da Carlo Giuffrè, decide di fuggire per non essere costretto a sposarsi, e questo al tempo veniva considerato una grande offesa all'onore del partner, in questo caso la lei della coppia, Assunta Patanè, interpretata da Monica Vitti, che si mette sulle sue tracce per vendicare il fatto, desiderosa di ucciderlo, portandosi sempre dietro appunto, una pistola. 

Il film inizia bene, molto bene, ritmato, ironico ed autoironico, e per quanto vengano usati tutti gli stereotipi del caso, anche abbastanza originale. Tuttavia poi, arrivati i titoli iniziali dopo la lunga introduzione, si perde.

Le scene si spostano nel Regno Unito, per una scelta non del tutto chiara e comprensibile, ma probabilmente principalmente per far risaltare un certo divario culturale riguardante le libertà personali dell'epoca, specialmente quelle delle dinamiche di coppia, mostrando poi durante il film, come le coppie socialmente accettate non fossero più soltanto quella uomo-donna.

 


Uno dei problemi principali del film è come il passo si assopisca sempre più, ogni quarto d'ora è più lento a scorrere del precedente, fino ad arrivare ad un lentissimo succedersi di eventi, uno strascicarsi da una scena all'altra con una qualche ipotetica suspence, con dialoghi e sguardi sempre più languidi e petulanti, con un finale che vorrebbe far intuire un lieto fine, ma che è vuoto di atmosfera e coinvolgimento quanto il porto dove è stato girato.

Impossibile non menzionare il fatto stupefacente e sconcertante di come per metà dell'opera tutti i protagonisti si professino autoctoni, quindi per la maggior parte britannici, ma da circa la metà in poi diventino tutti fluenti in italiano e con dizioni perfette. Lo stesso accento siciliano della Vitti si perde quasi completamente, apparendo più influenzato dal proprio interlocutore di turno che dalle reali origini del personaggio. Una pratica, quella di introdurre un personaggio con un accento forte e poi farglielo perdere in favore di una maggiore comprensibilità e leggerezza per lo spettatore, ancora oggi in vigore, ma per quanto sia comprensibile per un docufilm della Rai dedicato ad un pubblico della terza età, non sembra proprio una scelta stilistica accettabile in questo caso. 

 

Presenti sia l'immancabile emancipazione femminile della protagonista, leitmotiv di tutta una serie di film della Vitti, che l'altrettanto imprescindibile scena in cui viene fatta cantare, nonostante non ve ne siano ragioni pratiche per meriti effettivi. (al contrario di uno stupefacente Proietti, suo coprotagonista in "La Tosca"). Tuttavia non è possibile crocifiggere Monicelli per questi due elementi ricorrenti, essendo stato questo il film che li ha lanciati per essere poi copiati di fatto in quelli successivi.

In sostanza una pellicola che parte come commedia divertente, che espone le assurdità e le contraddizioni di alcuni aspetti della cultura italiana del tempo, ma che diventa sempre più una melensa commedia sentimentale, con facili moralismi e tutta una serie di espedienti e battute ripetitivi e decisamente non in grado di giustificarne la candidatura agli Oscar dell'anno successivo come "Miglior film straniero".

venerdì 28 ottobre 2022

"Zift" (Spiegazione titolo)

 Zift è un film Bulgaro che ha ottenuto un ottimo successo in patria, il titolo merita una spiegazione perchè è di difficile compresione per chi non conoscesse la lingua e conseguentemente la parola. 

E' infatti un termine prestato dalla lingua araba, usato per indicare piuttosto letteralmente l'asfalto, il bitume. Nel film il protagonista ne conserva una certa quantità appallottolata, che porta sembre con se e che a volte in momenti di bisogno e tensione, tende a masticare. Tale attività sembra fosse in uso anche tra le gang della città di Sofia.

Tuttavia, durante la visione, viene spiegato come abbia anche un'altro significato, più colloquiale, come slang, e sia quello di "merda", in alcune scene infatti, specialmente quella iniziale, si fa riferimento a questa accezione.

Inoltre, e questa è una pura curiosità/coincidenza (ma certamente anche voluta), il protagonista nel film ha un soprannome, con il quale viene appellatto da tutti, che è quello di un animale, la falena (Moth in inglese), che nella versione italiana, è stato tradotto con l'animale Tarma, la curiosità è proprio che in inglese, l'asfalto, si chiami in maniera enormemente simile, "Tarmac".

mercoledì 26 ottobre 2022

"Zift" (2008) #Recensione

 Zift è un film est europeo, più precisamente Bulgaro, piuttosto recente, diretto da Javor Gardev, noto per i suoi lavori teatrali di valore, è anche la sua unica opera cinematografica. Come protagonista è stato scelto, Zachary Baharov, non molto famoso all'epoca, ma poi diventato una celebrità nazionale negli anni successivi grazie soprattutto ad una serie televisiva sul crimine.

Ambientato negli anni 40, ed in bianco e nero, espone una trama piuttosto articolata, basata sui fatti salienti della vita del protagonista, con tanto di tradimenti ricevuti, incarcerazioni, torture, e vari colpi di scena. Ai tutti si intrecciano parallelamente aspetti sociali dell'epoca, e storie curiose popolari narrate in prima persona o raccontate dai protagonisti.

Gli aspetti positivi o almeno salvabili del film non sono molti : scorre bene, non è eccessivamente lungo, ed alcune trovate, soprattutto riguardanti i dialoghi, sono interessanti.

Per quanto riguarda invece gli aspetti per i quali non si può fargliene una colpa, influisce certamente in negativo la traduzione, dovendo infatti leggere i sottotitoli, è facile immaginare che una parte dello humor che il film si propone di avere, sia andata perduta.

Di negativo, un po' tutto il resto. Il leit motiv del grotesque non riesce proprio a colpire, e forse è quello che ha risentito maggiormente del punto sopra espresso. La recitazione di un po' tutto il cast non risalta mai particolarmente. I colpi di scena sono poco stupefacenti e la trama sembra perdersi spesso tra reale e surreale. Le storie raccontate all'interno del film in stile "Magnolia" avrebbero potuto, e probabilmente voluto, essere la parte piu accattivante, ma anche esse si perdono un po' in pomposità, ed appaiono spesso troppo staccate dalla narrazione.

In sostanza un film che voleva essere particolare, ma che ha finito per non esserlo abbastanza, che è difficile da consigliare anche ad un pubblico di nicchia appassionato del genere, e che sembra essere davvero più adatto ad un palco di teatro che ad uno schermo cinematografico.

martedì 25 ottobre 2022

King Richard - Una famiglia vincente (2022) #Recensione

 Il film è stato distribuito in Italia con il titolo "Una famiglia vincente", mentre in originale è "King Richard". Narra le vicende della famiglia Williams, ossia il padre allenatore, e le due figlie campionesse di tennis Venus e Serena. Come si evince dalla scelta di adattamento del titolo, in Italia si è preferito dargli una connotazione generale, includendo tutti i membri, mentre in originale il titolo era incentrato solo sul padre, Richard Williams, vero burattinaio nel bene e nel male del destino di tutta la famiglia.

I fatti sono quelli realmente accaduti ai protagonisti, dalle difficolta economiche e di bullismo nel quartiere del ghetto dove risiedevano, miste a quelle di voler far fare carriera alle figlie in uno sport elitario e costoso come il tennis. Tutto però si avvererà proprio come aveva previsto e predetto il padre, che se pur a tratti burbero, dispotico ed egocentrico, riesce ad allenare mente e corpo delle talentuose figlie, fino a renderle le migliori al mondo. Questo naturalmente non è uno spoiler sul finale del film perchè si presume che un po' tutti sappiano chi siano, o ad oggi siano state, le sorelle Williams nel mondo del tennis. 

 
Il padre come detto è la figura centrale del film, egli cerca di inculcare nelle persone che lo circondano il concetto che serva sempre un piano, per ogni singolo giorno, e bisogni rimanere fedeli al proprio piano, sempre. Il suo infatti era molto chiaro nella sua mente, e questo ha aiutato anche gli altri a seguirlo con maggiore convinzione, di contro però, lui sembra essere il primo a non rendersi conto a tratti, che la riuscita di esso, sia stata anche merito di altri elementi imprescindibili, come la fedeltà ed affidabilità della moglie, l'esperienza di altri allenatori ingaggiati, ed il talento stesso delle figlie.

La pellicola in se e per se non è particolarmente avvincente, quasi 2 ore e 30 minuti che scorrono a passo piuttosto lento e senza troppi colpi di scena o suspence. La performance recitativa è di medio valore da parte di tutto il cast, che è quasi interamente formato da attori non di primo livello, a cui si aggiunge Will Smith, candidato e vincitore di un Oscar per la sua interpretazione, che però per quanto calzante non verrebbe da definire cosi ispirata e trascendentale da meritare addirittura di risultare la miglior performance singola di un attore in quell'intero anno solare.

In sostanza un film semplice, su di una storia vera che può essere di ispirazione a molti, che può essere visto da tutta la famiglia e che non risulta cosi mal fatto da far rimpiangere di averlo scelto. Tuttavia, è anche un film molto poco coinvolgente, piuttosto piatto e senza elementi o scene memorabili, che difficilmente si può consigliare di visionare a qualcuno e che non aggiunge abbastanza ad una lettura della pagina di wikipedia sulla famiglia, da essere davvero considerabile un degno biopic dei fatti sorprendenti che tali persone si sono trovate effettivamente ad affrontare.

giovedì 20 ottobre 2022

Habemus cineforum!

 Contenuti ed obbiettivi di questo blog sono ormai stati spiegati a più riprese, ma da dove nasce, e perchè proprio un blog.

La risposta è che l'idea proviena semplicemente da cosi lontano, ossia i primi tempi in cui internet stava diventando di massa, fine anni '90/inizio '00, e dove si affacciavano alla finestra del mondo virtuale i primi blog ed i primi improvvisati bloggers, che appunto, erano poche le tipologie e le piattaforme per poter immettere nell'etere i propri pensieri.

Li purtroppo nacque soltanto l'idea, che non si sviluppò, fino ad un paio di anni fa, come elemento da associare al nostro omonimo cineforum online. 

E' dunque uno di quei casi in cui non è semplice determinare se sia nato prima l'uovo o la gallina, fatto sta, che ad oggi, esistono entrambi, finalmente, ed è possibile usufruirne liberamente.

Questo post quindi oltre che esplicativo dell'evoluzione di questi elementi, è anche e soprattutto per segnalare che è possibile iscriversi al nostro cineforum. Di seguito il link al nostro gruppo Facebook, all'interno del quale si trovano tutte le informazioni del caso, riguardo ai tempi, orari e funzionamento.

https://www.facebook.com/groups/726810374805835

venerdì 14 ottobre 2022

Blu Notte - La banda della Magliana #Recensione


 Il 14 novembre 2004 andava in onda sulla Rai, la puntata dedicata alla storia della banda della Magliana, condotta come sempre dal preparatissimo e piacevolissimo, Carlo Lucarelli.

La presentazione di chi sia il suddetto conduttore è già stata fatta in altri post, e magari nemmeno ce ne sarebbe stato bisogno, altrettanto vale per il programma, ed anche se pur entrambi pecchino saltuariamente di inesattezze e non possano come format e stile piacere a tutti, rimangono validi gli aggettivi dell'incipit, almeno soggettivamente.

La serata in questione si è svolta con tutti i crismi classici, ossia ricostruzioni storiche, suspence non eccessiva e sempre pertinente, piccole parentesi che non deviano troppo dalla storia, e un buon passo, come al solito, a permettere di far scorrere i 90 minuti senza annoiare.

La storia della banda della Magliana è a grandi linee nota a tutti, un gruppo di criminali di poco conto, di borgata, si unisce per formare quella che diventerà la "banda" appunto (non è mai stato giuridicamente provato il reato di "associazione a delinquere di stampo mafioso"), più potente e temuta di Roma per circa un decennio.

I fatti sono tanto sanguinosi, tra omici esterni ed interni, tanto spregiudicati, come le collaborazioni con mafie varie ed esponendi politici, da sorprendere proprio per il fatto che la capitale fino a quel momento non aveva mai avuto niente di autoctono in grado di raggiungere un tale potere.

Ma il crimine come si sà non paga, almeno a lungo termine, e la puntata farà piena luce, su quello su cui sia stata fatta effettivamente luce a livello di pentimenti e processi, su quelle che sono state le connessioni della banda e le sue vicende interne.

Tuttavia molti aspetti di tutta la storia rimangono irrisolti, a partire dal principale, i moventi di come si sia realmente creata e se sia stata gestita da qualcuno più in alto tale banda.

La puntanta di per se paga un po' quello che è successo anche in molte altre, la presenza di un quantitativo notevole di nomi tutti insieme, che risultano abbastanza difficili da gestire mentalemente e da assimilare. Ad aggiungere complicatezza, il fatto che i fatti non vengano narrati in maniera del tutto cronologica, sono presenti infatti molti flashback a pochi mesi o anni prima, ma che tendono comunque a confondere abbastanza.

In sostantza una buona puntata, valida infarinatura per chi sia totalmente all'oscuro della storia, non la più memorabile ed ispirata qualitativamente, ma comunque un buon riassunto senza scene troppo macabre o violente da renderlo inguardabile per alcuni.


lunedì 10 ottobre 2022

Che cosa significa la parola Bollywood?


Abbiamo tutti sentito parlare di Hollywood nella nostra vita, sappiamo più o meno dove sia situata geograficamente, che cosa avvenga intorno a quella collina, e ne conosciamo cosi bene alcuni lavori cinematografici provenienti da li, tanto da sentirli come elementi segnanti della nostra vita, il tutto a maggior ragione se uno segue un blog come questo.

Ma che cosa sono questi altri nomi che spesso sentiamo associati al cinema che assomigliano a degli storpiamenti della parola Hollywood. 

Partiamo innanzitutto dal dire che l'aggettivo Hollywoodiano si riferisce in senso generale a tutta l'industria del cinema degli Stati Uniti d'America. 
 

Non è cosi invece per la parola Bollywood, che nasce dall'unione della parola Bombay e la parola Hollywood, ed ha invece un significato un po' meno geografico ed un po' più relativo al prodotto creato. Non rappresenta infatti ogni singola produzione del cinema indiano, ma soltanto la parte più popolare, principalmente in lingua Hindi.

Il tema forse più ricorrente all'interno dei film Bollywoodiani è quello della musica, unita spesso alla danza, tanto che moltissimi film hanno dei tratti quasi da musical. Di contro, il tema della sessualità non viene mai trattato in maniera esplicita. L'industria, in meri termini di fatturato, non è da considerarsi di secondo piano, vanta infatti una produttivitià sia in termini di film che di giro d'affari, maggiore persino di quella americana.

"Ecce bombo" #FrasiFamose