Quello che oggi si può definire come il primo capitolo della saga di SAW, è stato ormai consegnato alla storia come un must della cinematografia mondiale. Forse non il capitolo più apprezzato qualitativamente, ma certamente innovativo e che si è confermato come ottimo franchise a livello di incassi nei capitoli successivi.
Sicuramente la produzione aveva poco da perdere, e questo è possibile che sia stato di aiuto.
L'intero film è stato girato in meno di 20 giorni e lo stesso budget era piuttosto irrisorio, a fronte invece di un successo enorme al botteghino.
La trama della pellicola è tanto semplice quanto la sua ambientazione.
Due sconosciuti si risvegliano all'interno di una stanza sotterranea, con al centro della quale un cadavere a faccia in giu. Entrambi legati alla parete da pesanti catene di metallo, iniziano una titubante interazione verbale, che li porterà a scoprire ed ammettere molte cose riguardo al loro passato.
In pratica, qualcuno li vuole li, vuole specificamente loro, e vuole "fare un gioco" proprio con loro due.
Il "gioco", non è altro che un estenuante gioco psicologico, condito da indizi ed indovinelli, spesso i primi come risultato dei secondi. Ma è anche un gioco fisico, tanto che metterà a rischio in diversi frangenti, la vita degli stessi. La caratteristica dominante di tutte le prove che devono superare, è la moralità, o meglio, quella che non hanno avuto in passato, e per cui rischiano di dover pagare pegno.
Il resto sono molte scene esterne, altrettanti flashback, ed alcuni colpi di scena piuttosto interessanti.
Tuttavia tutto questo non basta. L'ambientazione è forse uno degli elementi migliori, nella sua essenzialità, non pecca ne di realismo, nè di apparire agghiacciante e sinistra come vorrebbe risultare.
Capitolo a parte è quello su Danny Glover, certamente il nome più rinomato di tutto il cast all'epoca, eppure non particolarmente accattivante come personaggio ne come interpretazione nemmeno lui.
La croce del film ricade dunque principalmente sulla performance dei due protagonisti, che nel caso di Leigh Whannell aveva la scusante, o l'aggravante, di essere anche lo sceneggiatore del film.
Uno degli elementi essenziali del film, e non poteva essere altrimenti, è il trucco, che risulta in parte ben riuscito, sicuramente quello di Tobin Bell è ben fatto, in altri casi, come in molte scene riguardanti Cary Elwes sembra davvero stonare, il cerone per farlo apparire quasi completamente dissanguato, sembra piu adatto ad un clown.
Una curiosità riguardante la pellicola, è come abbia lanciato il personaggio di Billy il pupazzo, poi diventato un'icona della saga, quasi più riconoscibile e conosciuta dei vari protagonisti in carne ed ossa. Si tratta di un pupazzo, dalle sembianze piuttosto sinistre, che si muove sopra ad un triciclo, spesso avvicinandosi ai soggetti costretti a prendere parte ai giochi, per consegnare o comunicare qualcosa.
Nell'insieme è un film che ha meritato gran parte della propria fama per l'originalità, del soggetto soprattutto, ma che poi all'atto pratico non ha poi prodotto un risultato particolarmente accattivante, ne memorabile in quasi nessuno dei suoi aspetti principali, dalla colonna sonora alla recitazione, dagli effetti speciali alla sceneggiatura. Naturalmente essendo un orror, soffre anche forse più di altri, della difficolta a mantenere il proprio valore nelle visioni successive, saperne infatti il finale ne rovina il piacere di rivederlo più di altre pellicole. E' quindi difficile da consigliare a tutti per via della particolarità del genere, per via della non eccezionalità del prodotto finale, ed è difficile consigliare a qualcuno di rivederlo. Tuttavia rimane un must della cinematografia moderna e dunque un film che un vero appassionato di cinema debba vedere, anche se potrebbe non gradirne del tutto la visione.
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